Biografie

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La storia dei Sigur Rós inizia nell’agosto del 1994, in Islanda, lo stesso giorno in cui nasce Sigurrós (che sta per “rosa della vittoria”), la sorella di Jónsi. In un piccolo studio di Reykjavík, Jón ‘Jónsi’ Þór Birgisson, cantante e chitarrista, Georg ‘Goggi’ Holm (6 aprile 1976), bassista, e Ágúst Ævar Gunnarsson, batterista, incidono il demo di un brano che finirà nella compilation di una piccola etichetta dell’isola, la Smekkleysa Records. I tre si mettono quindi a lavorare al loro primo album, Von, che esce nel 1997 per la Bad Taste Records. L’anno successivo viene pubblicato Von Brigði, album-remix di “Von”. Alla band si unisce anche il tastierista Kjartan ‘Kjarri’ Sveinsson. Intanto il singolo “Leit Af Lífí” entra con successo nelle classifiche per rimanerci tutta l’estate del 1998. I Sigur Rós si mettono all’opera sul loro secondo disco di inediti, il più prezioso per i fan, dal titolo Ágætis Byrjun, che esce nel 1999. Il batterista Ágúst decide di lasciare la band per cambiare professione e diventare grafico, sostituito però da Orri Páll Dýrason, in grado di apportare al sound della band una nuova dimensione.
Il giorno stesso della pubblicazione di “Ágætis Byrjun” i Sigur Rós tengono un magnifico concerto all’Opera di Reykjavik, che li consacra come una delle band più interessanti del panorama musicale nordico. La registrazione del concerto, realizzata dalla Radio Nazionale Islandese, fa il giro del mondo e così arriva anche il momento del grande passo: lasciano la Bad Taste e si legano alla Fat Cat Records di Londra, con cui registrano l’EP Svefn-G-Englar, il loro primo disco ad essere distribuito fuori dall’Islanda. I  riconoscimenti non si fanno attendere: proprio “Svefn-G-Englar” viene acclamato da NME come miglior singolo del settembre 1999.
Nel giugno del 2000 arriva un altro EP, Ný Battery, due tracce del quale verranno utilizzate per la colonna sonora del film del regista islandese Friðrik Þór Friðriksson “Englar Alheimsins” (“Angels Of The Universe“).
Nello stesso anno i quattro hanno un’occasione imperdibile per farsi conoscere dal grande pubblico, dato che i Radiohead li scelgono per aprire alcuni loro show. L’interesse intorno al gruppo monta instancabile, specialmente in America , dove gli islandesi raccolgono consensi inattesi e nel 2001 si trovano a suonare di fronte a platee sold out; forniscono anche la canzone “Njósnavélin” per la colonna sonora del film “Vanilla Sky“. I soldi guadagnati sono investiti per allestire uno studio di registrazione, ricavato in una vecchia piscina dismessa, a Mosfellsbær, vicino a Reykjavík.
Nel 2002 esce ( ): le due parentesi contengono l’ennesimo, straordinario affresco sonoro dei Sigur Rós, che stavolta scelgono di non dare alcun titolo ai brani in cui si suddivide l’opera. Il video di Untitled#1, diretto da Floria Sigismondi, vince il premio di miglior clip agli MTV Europe Music Award 2003.
Annunciato dal singolo Glósóli, “Takk…” esce nel settembre del 2005 e si guadagna subito un posto bene preciso nel cuore di tutti i fan.
Il 2006 è l’anno dell’EP Sæglópur e del tour mondiale, le cui date islandesi finiscono nel doppio DVD Heima.
Prima del nuovo disco in studio arriva “Hvarf-Heim, una compilation con brani inediti e versioni acustico-live di pezzi già conosciuti.
Finalmente i Sigur Rós tornano in sala d’incisione (questa volta assieme a Flood, producer dei Nine Inch Nails) e a giugno del 2008 sfornano Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust, che significa qualcosa come “Con un pettegolezzo nei nostri orecchi suoniamo senza fine”.
Il 7 novembre 2011 arriva “Inni“, il DVD e doppio CD live che testimonia la performance di Jónsi e compagni all’Alexandra Palace di Londra nel 2008. Nella release è presente anche anche un documentario di 75 minuti diretto dal regista Vincent Morisset.
Dopo 4 anni di lunga attesa, o meglio di “indefinito iato”, non privi di qualche patema da parte degli appassionati, nella primavera del 2012 esce il nuovo album di inediti, “Valtari“, nel quale tornano a trovar luogo tempi dilatati e atmosfere che lasciano lo stile più estivo degli ultimi lavori, tornando in un’atmosfera forse più propriamente islandese. In molte cosi si ritrovano chiaramente gli influssi di uno dei due progetti intrapresi da Jonsi nell’intervallo creativo dalla band, vale a dire quello denominato Riceboy Sleeps, assieme al compagno Alex Somers, che infatti risulta accreditato come produttore di Valtari.
Il lungo tour che precede e segue l’uscita dell’album diventa praticamente un tutt’uno con l’uscita del successivo lavoro di studio, il settimo, “Kveikur“, che a sorpresa segue di neanche un’anno il precedente. La sopresa più grande, però, è anche la meno inseguita dai fans: come previsto dall’assenza lungo il tour, il nuovo album vede definitivamente l’uscita di scena di Kjartan Sveinsson. Le sinuosi melodie del pianista islandese lasciano quindi spazio a ritmi decisamente più sconvolgenti, come preannuncia Brennisteinn, il primo singolo che viene lanciato il 4 novembre 2012 per la prima volta nel concerto di chiusura dell’Airwaves, a Reykjavìk. A far da contorno, o meglio da coprotagonista, ci sono dei giochi di luci spiazzanti, che introducono i fans in una nuova fase creativa.
Ad inizio 2016 la band annuncia il ritorno sulle scene, con una intera estate in giro tra i maggiori festival europei e un autunno nordamericano, promettendo anche novità. E, puntuale, al primo atto del tour, al Primavera Sound di Barcelona, il 4 giugno i Sigur presentano il nuovo singolo Óveður, corredato poi dal video, opera del pluripremiato regista svedese Jonas Åkerlund.

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