ottuT ha scritto:Ma non è questo il punto, secondo me. Non credo che vogliano essere considerati uguali agli altri. Io non vorrei mai essere considerato uguale agli altri. Voglio i miei diritti. Non esiste essere umano uguale all'altro, è proprio la diversità che va riconosciuta. Io sono diverso da te, per tua fortuna, ma credo che entrambi possiam dirci più o meno eterosessuali.
Non penso che questo sia in contrasto con ciò che intendevo dire io; la diversità (di idee, di carattere, di estrazione sociale, di razza, cultura, religione...) e il confronto non possono che arricchire. Credo solo che il sacrosanto rifiuto della discriminazione non debba passare per lo slogan "io sono così e
me ne vanto, e te lo mostro nel più eclatante dei modi possibili". Di fronte a queste manifestazioni, difficilmente chi parte da una mentalità discriminatoria ha la possibilità di ricredersi. Tutti gli altri, compresi quelli che (fortuna loro) non si sentono discriminati, non hanno bisogno di queste dimostrazioni.
Detto questo, capisco che ai gay pride partecipino anche tante persone che non amano farsi riconoscere, timide e riservate, che si uniscono al gruppo con l'obiettivo di reclamare i diritti e i riconoscimenti che credono giusti; purtroppo non sono loro quelli che "passano" all'esterno, e una manifestazione di quel genere penso abbia senso nella misura in cui il messaggio sperato arriva a chi non sfila nel corteo, non tanto e non solo per dare la possibilità ai partecipanti di farsi forza l'un l'altro.