da Fljotavik » dom set 06, 2009 1:58 pm
Ecco una recensione in italiano che ho pescato dal suo sito:
KIPPI KANINUS - Huggun
(kitchen motors 2002)
Come immaginavamo, formazioni come Sigur Ros e Mùm non rappresentano che la punta dell’iceberg della folta e interessante scena musicale islandese. Dopo gli eccentrici Trabant ( e i deliziosi Borko, un solo 12” all’attivo ma da tenere sott’occhio), il prossimo nome su cui scommettere è Gudmundur Vignir Karlsson in arte Kippi Kaninus. Arrivato all’album d’esordio, forte tra l’altro dell’appoggio degli stessi Mùm che lo hanno voluto come supporter in un recente tour negli USA, Kippi ci propone un album personalissimo che si presenta in forma di un’elettronica organica che è esatto punto d’incontro tra ansia sperimentale e gusto per (micro)melodie più o meno nascoste, a creare atmosfere surreali ed emotive. Il tutto viene affrontato con un’attidudine che si direbbe derivata da certo free jazz, appunto per il senso di libertà espressiva che pervade il disco. Vi capitasse di incontrare un alieno sperduto nel nostro pianeta, fategli ascoltare questo cd e si sentirà a casa sua. Per entrare nel dettaglio, l’iniziale “tea time tones” si presenta con una ritmica frammentata, campionamenti bizzarri (pure una mucca!!) e voci stramboidi, che caratterizzano l’album intero. “Harmiag” è poi sospesa e spettrale, “munnangur” si pone tra Matmos e Mùm. Incredibile la successiva “obrot” ,dall’andamento tribale, nella quale par di sentire i Pan sonic ma grotteschi e burloni come si trattasse dei Residents. “Nuevo” si apre con strani clangori metallici, suoni marziani tutt’attorno, ed è poi caratterizzata da una ritmica vagamente drum’n’bass. Piano e basso acustici attorniati dalle solite voci trattate sono alla base di “livingroom piano”, che procede sghemba e genialoide. Ancor più forte il sapore jazzato di “organize” mentre “my friend the trampoline” è tenera e naif e richiama i momenti più intimisti del catalogo morr music, similmente alla successiva “perfect presence”. “The hornet that burned me” è notturna e misteriosa, quasi fiabesca. Ormai in chiusura, ancora il tempo di godere della girandola aliena denominata “the pianoplayer takes a bath” e cala poi il sipario con il jazzettino triste dell’ultima traccia. Si arriva alla fine letteralmente sbalorditi dall’inventiva e dall’inaspettata maturità per un esordiente dimostrate da mr. Kaninus. Se primi ascolti in effetti sono spiazzanti (si tratta di una di quelle opere che richiedono un’assidua frequentazione per essere metabolizzate a fondo) col tempo si rivela sempre più convincente e centrato pur nel suo muoversi in tante direzioni diverse. Forse nessun altro cd di elettronica sentito quest’anno suona altrettanto concettualmente avanti e “altro”. Per chi scrive uno dei dischi dell’anno.
Data: October 15th 2002
Oh thou that bowest thy ecstatic face