Re: Múm
Inviato: sab gen 16, 2010 10:12 pm
Mùm: Sing Along To Songs You Don’t Know + Intervista
IL DISCO
I Mùm tornano alla Morr. L'etichetta con cui avevano esordito con Yesterday Was Dramatic - Today Is OK. E il loro ultimo album Sing Along to Songs You Don’t Know suona quasi come un secondo inizio.
Il solco è quello dei Sigur Ròs, ma sarebbe anche difficile il contrario. Del resto c’è un comune background ed è anche inutile allontanarsi da un buon solco tanto per farlo. Ma se diverse sono le analogie con la direzione folktronica di Med Sud I Eyrum Vid Spilum Endalaust e anche con il "nostro" Sin Fang Bous. ( Prophecies & Reversed Memories e Kay-ray-ku-ku-ko-kex in questo senso sono esemplari.) i Mùm confermano un loro stile e una loro personalità sonora.
Gunnar Örn Tynes (componente di lungo corso della band con Örvar Þóreyjarson Smárason) pare si sia trasferito in una capanna della campagna islandese (di recente in questo tipo di situazioni - Bon Iver insegna - si fanno dei buoni lavori!) e molto del disco è stato registrato lì. Ma buona parte anche in Estonia e Finlandia cercando anche la contaminazione con quelle culture musicali.
Il disco è organico nel suo non esserlo. Cori (quello estone Suisapäisa Mixed) glitchéries, tradizioni e filastrocche si alternano in un continuo turbinare pop che nella seconda parte (da Show Me in poi) fornisce gli spunti più interessanti (Blow Your Nose, The Last Shapes Of Never, Illuminated).
Spontanei, polifonici, elettronici, intimisiti e a volte insieme scherzosi i Mùm si giocano bene tutte le loro carte: dall'8bit allo xilofono all'ukulele (immancabile) scrivendo un buon nuovo capitolo della musica nordica islandese degli anni zero.
L'INTERVISTA
Rob: Intanto: il vostro tour in Italia. Come sta andando?
Örvar: Bene! Abbiamo fatto buoni concerti e il più delle volte in posti che ci sono piaciuti.
Rob: Come cambia il vostro approccio dall’album al live?
Örvar: L'approccio è molto diverso. Quando registriamo un disco, e quindi lavoriamo traccia per traccia, ci concentriamo molto sui dettagli della singola parte. Invece dal vivo suoniamo, ovviamente, tutti insieme e in questi ultimi concerti eravamo sei, sette persone sul palco. Inoltre ognuno dei musicisti è sempre libero di suonare ciò che sente in quel momento, diciamo di improvvisare, soprattutto negli arrangiamenti. Non c'è soltanto un modo per suonare una nostra canzone.
Rob: Beh, ciò significa che c'è una grande fiducia tra voi...
Örvar: Assolutamente. Possiamo farlo perché ci fidiamo l'un l'altro come musicisti.
Rob: Ti faccio questa domanda perché avete subito alcuni cambi di formazione, e mi chiedevo questo come influisse sul feeling generale della band...Örvar: Per noi è positivo. Per esempio, proprio la scorsa settimana abbiamo deciso che per la settimana a venire cambieremo cinque volte formazione! Quindi direi che non viviamo questa situazione come un problema. Sai, è anche per necessità, perché tutti i membri sono anche impegnati in altre progetti, qualcuno studia, etc. quindi dobbiamo essere molto flessibili.
Rob: A proposito di altri progetti so che hai pubblicato un libro recentemente, e che ci sarà tra l'altro la presentazione questa sera in un locale qui a Torino. Al riguardo ho letto in un’ intervista che hai dichiarato che il tuo approccio all'arte è molto “non-intellettuale”. In che modo?
Örvar: Direi che è istintivo. È un po' come se mi “arrendessi” a quello che sto facendo, cercando di non analizzare mai troppo. Anzi, direi che con difficoltà riesco a vestire i panni di uno che analizza quello che faccio.
Rob: Tornando all’album. In che modo lo avete registrato e con quali software audio?
Örvar: Solitamente usiamo Ableton Live nella fase di pre-produzione, e anche questa volta è andata così, sono ormai dieci anni che collaboriamo con loro. Per registrare invece usiamo anche Pro Tools. Ce lo portiamo dietro dove andiamo, anche perché non registriamo sempre in studio. Per questo album abbiamo fatto delle sessioni in Estonia, in studio, ma abbiamo pure registrato nella casa di campagna dei genitori di Gunnar in Finlandia, dovunque siamo stati!
Rob: Pensi che questo approccio alla registrazione influenzi anche la vostra musica?
Örvar: Certo! Rende le cose sempre interessanti, un po' lo stesso discorso che facevamo prima riguardo a cambiare la formazione: ti obbliga a chiederti sempre dove stai andando, e rende la vita stessa interessante…
Rob: La componente vocale nel vostro ultimo disco è molto grande. Che ci dici al riguardo?
Örvar: Negli ultimi anni, anche facendo delle considerazioni sulla musica che ascoltavo, mi sono reso conto che amo la voce, e amo cantare! Ed è successo che nel disco ci siano molto cori. Abbiamo collaborato con un coro in Estonia e uno in Lettonia, con cui abbiamo registrato delle canzoni che non sono ancora state pubblicate, ma che credo lo saranno presto.
Rob: Con le voci sono le melodie in primo piano nel disco...sapresti dire come si fa a comporre una buona melodia?
Örvar: Non ne ho proprio idea! Sai a volte capita che esca fuori suonando, ma altre volte è semplicemente qualcosa dentro la mia testa che canta. Anche questo per me è un processo decisamente spontaneo... “it's just about closing your eyes and letting things flow”.
fonte: http://www.genteavanti.com