Múm

Non solo Sigur Ros e Bjork, l'Islanda è una terra ad altissima concentrazione musicale e artistica!

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Re: Múm

Messaggioda mauro » sab lug 04, 2009 7:47 pm

Ho appena ascoltato "Sing Along To Songs You Don't Know"...veramente carino!!!
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Re: Múm

Messaggioda sigurlotus » sab lug 04, 2009 8:50 pm

Trovo geniale questo video..

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Re: Múm

Messaggioda Fljotavik » sab ago 08, 2009 4:40 pm

Mùm, il nuovo album: ‘Non abbiate paura del mondo’. E su Gianna Nannini...

L’orario della pausa pranzo in quel di Milano non è dei migliori per frequentare un bar. Soprattutto se questo luogo, assediato da impiegati affamati e dagli studenti della vicina Università Cattolica, deve essere il teatro per un’ intervista.
Va detto che Orvar Poreyjarson Smàrason, membro fondatore degli islandesi Mùm, è un personaggio molto alla mano e così insieme riusciamo a conquistare un tavolo in un angolo non troppo chiassoso e cominciare a fare due chiacchiere sul nuovo disco in uscita a fine agosto, “Sing along to songs you don’t know”.
Due parole sul suo gruppo: i Mùm nascono nel 2000 e ottengono la consacrazione due anni dopo con l’album “Finally we are no one”. La loro proposta viene definita “sperimentale”, noi possiamo aiutare nella comprensione dicendo che è un indie-pop giocoso e sognante allo stesso tempo. Da lì in poi, il gruppo diventa un collettivo aperto dove entrano ed escono di continuo musicisti islandesi e propone altri tre album, l’ultimo dei quali dato alle stampe due anni or sono (“Go go smear the poison Ivy”, vedi Uscite). “In questo periodo ci siamo concentrati molto sui concerti e sulla scrittura dei nuovi brani, cercando di raccogliere tutta la nostra creatività. Personalmente parlando è stato un periodo davvero intenso: mi sono sposato ed ho avuto un figlio, due grandissime gioie”.
Orvar è nel Belpaese anche per presentare il suo primo libro “Scapigliata, lisciata” (edito in Italia da Scritturapura), un breve romanzo paragonato dai critici ad un film di David Lynch. “L’arte è la mia vita e la musica e la scrittura sono entrambe forme con le quali riesco ad esprimermi, una cosa fondamentale per il sottoscritto”. Così come è fondamentale per Orvar e soci lavorare in serenità e relax. Basti pensare dove è stato concepito l’album (in una capanna di campagna nella natìa Islanda) e soprattutto registrato: “Siamo andati in Estonia, a Leigo, per un festival in una location fantastica, circondata da piccoli laghi. Un posto incredibilmente rilassante. Così abbiamo deciso di prendere in affitto una casa per una settimana e lavorare in un’atmosfera veramente tranquilla e positiva, con alcune signore del paese che venivano a trovarci portandoci continuamente roba da mangiare. Un’esperienza memorabile”.
In effetti ascoltando “Sing along to songs you don’t know” si notano immediatamente sonorità molto più calme rispetto al precedente lavoro dei Mùm. “Si, è così. In questo disco cerchiamo di trasmettere proprio un senso di calma, quasi un invito a rallentare i ritmi frenetici che caratterizzano la nostra società. Anche dal punto di vista dei testi mi piace definire quest’album politico: non un appello alla ribellione, ma una sorta di riflessione positiva e quasi utopistica sulle paure che la nostra società ci impone. E a cui non sempre conviene credere”.
I Mùm sono da qualche anno un contenitore aperto, un luogo dove diversi musicisti portano il loro contributo: “Credo che questa nostra caratteristica ci aiuti ad essere sempre più creativi e ci aiuti a mantenere lontano il pericolo di essere ripetitivi. Diciamo che è possibile anche perché viviamo in una comunità come quella islandese: capita spesso che la sera si improvvisino delle suonate tra musicisti provenienti da gruppi navigati come noi o Sigur Ròs e membri di formazioni emergenti e nascano così bellissime collaborazioni”. Come è spiegabile la vivacità della scena musicale islandese? “Credo che dobbiamo tutti ringraziare gli Sugarcubes (il primo gruppo di Bjork, ndr). Loro hanno rotto il ghiaccio e finalmente il resto del mondo si è accorto di quanta buona musica si faccia dalle nostre parti. Inoltre ritengo che sia anche merito della nostra mentalità: siamo molto solidali e pronti ad aiutarci tra noi e questo è sicuramente una forza in più”.
Non ha mai pensato di spostarsi da una terra così fredda? “Così come praticamente ogni giovane della mia terra ho fatto un’esperienza all’estero per arricchirmi culturalmente. Ho vissuto per due anni a Berlino ed è stato fantastico. Poi però quasi tutti scegliamo di tornare a vivere in Islanda. In fondo si sta davvero bene”. Sarebbe bello poter dire lo stesso dei giovani italiani. “So che qui da voi i ragazzi restano a casa anche fino a 30 anni. Non giudico, dico solo che in Islanda usciamo tutti dall’ovile tra i 18 e 20 anni e per noi è la cosa più normale del mondo”.
E quali sono le conoscenze di musica italiana di Orvar? “Sinceramente non conosco molto la vostra scena. Ricordo qualche anno fa di aver apprezzato un disco degli Yuppie Flu. Poi ho recentemente conosciuto Gianna Nannini. E’ venuta dalle nostre parti a girare un video e abbiamo bevuto qualcosa insieme: una donna piena di energia, davvero stupenda”.
Orvar e i Mùm torneranno dalle nostre parti per il tour autunnale: “Dovremmo passare verso novembre/dicembre”.

FONTE: Rockol.it (07 Lug 2009)
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Messaggioda Fljotavik » sab ago 08, 2009 4:45 pm

Örvar Þóreyjarson Smárason
Scapigliata, lisciata


Quali sogni si agitano dietro gli occhi di una fanciulla addormentata su un letto che troneggia al centro di una grande biblioteca ?
Forse le due creature immateriali che volteggiano sugli scaffali, scorrono le pagine e si insinuano nei racconti di quelle migliaia di libri ne sanno qualcosa.
E forse quei sogni sono gli stessi del povero tapino a forma di lepre che giace sul pavimento, accanto al letto, immerso in una pozza di sangue, uscito di certo da una di quelle storie.
Con Scapigliata, lisciata Örvar Þóreyjarson Smárason è al suo esordio letterario: uno stile caldo, intenso e vagamente illogico. Un romanzo breve composto sullo stesso registro della musica della sua band islandese, i Múm.
Traduzione di Silvia Cosimini
Collana "Paprika” - 86 pp. € 8,50

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Re: Múm

Messaggioda Fran » mer ago 12, 2009 12:33 pm

ma non so se è proprio la cosa ideale per iniziare... non so vorrei qualcosa di più... reale... nel senso non così fiabesco... anche se... il titolo mi piace e poi
...che giace sul pavimento, accanto al letto, immerso in una pozza di sangue, uscito di certo da una di quelle storie.


...vagamente illogico

si, potrebbe essere interessante...
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Messaggioda sigurlotus » ven ago 14, 2009 5:54 pm

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Re: Múm

Messaggioda Fljotavik » lun ago 17, 2009 1:23 pm

L'ho scaricata e ascoltata e devo dire che è come me l'aspettavo e così credo sarà anche il nuovo album e cioè molto simile al precedente "go go smear the poison ivy".
Speravo in un ritorno allo stile (...o almeno in parte) dei vecchi Mum cioè a quelli dei primi tre album...invece!
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Re: Múm

Messaggioda Fljotavik » ven ago 28, 2009 2:46 pm

Mi piace molto l'introduzione (a proposito della scena musicale islandese!) di questa recensione dell'album dei Mum in uscita in questi giorni.

C'è un filo solido ed evidente che lega i numerosi grupi/artisti islandesi che abbiamo avuto modo di scoprire nell'ultimo decennio: Sigur Ròs, Olafur Arnalds, Amiina, Rokkurrò, Hjaltalin, Seabear, Emiliana Torrini, Slowblow, per nominare i principali. O meglio molti fili, abilmente intrecciati a formare una lunga corda gettata simbolicamente oltre l'oceano che isola l'isola di ghiaccio, verso l'attenzione del pubblico europeo, americano, mondiale. C'è il filo della sperimentazione, e insieme quello delle radici folk, il filo della musica più eterea e quello del rifiuto della forma canzone tradizionale, il filo dell'espressione più atmosferica ed emozionale, quasi drammatica e quello di un'impercettibile ironia che c'è ma noi non islandesi non la capiamo, il filo della ricercatezza intellettuale e quello di un amore per la melodia tipicamente pop. Tanti ingredienti che ci permettono di delineare i contorni di una "scena" che forse esiste solo nella nostra immaginazione di appassionati di musica, ma che è pure capace di sfornare continuamente cose nuove, belle, intertessanti, uniche e particolari.
I Mùm tra le band citate sono sicuramente dei capofila, e oggi, con l'uscita di Sing Along To Songs You Don't Know, il gruppo è giunto a pubblicare il suo quinto album, con ampia risonanza internazionale e (involontarie?) anticipazioni apparse in rete da alcuni mesi.
Il pezzo che apre il disco, If i were a fish, ci suggerisce immediatamente che qualcosa è ulteriormente cambiato nel mondo affascinante e magmatico dei Mùm: la melodia folkeggiante, sorniona e delicata che informa la canzone non ci sorprende - è tipica dei Nostri - ma è proprio il fatto che possiamo chiamarla senza remore "canzone" a meravigliarci positivamente. Ovviamente nelle dodici tracce dell'album la sperimentazione analogica/elettronica cara ai Mùm non manca (rumorismi vari, drum machine essenziale, campionamenti di suoni "quotidiani"), ma più spesso che nei lavori precedenti (gli ultimi due specialmente) l'orizzonte naif e onirico disegnato dalla multiforme band islandese ha i colori del folk-pop indipendente di marca acustica (vedi Sufjan Stevens o Noah and The Whale), prova ne siano pezzi di immediata gradevolezza come Profecies & reversed memories, Hullaballabalù, Last shapes of never, Illuminated e soprattutto il gioioso ed eclettico mantra di Sing along.
Accanto a questi, una serie di quadri malinconici in chiaroscuro e dai tratti spesso sfumati ad arte, dove prevalgono comunque strumenti "classici" (il pianoforte, il glockenspiel, gli archi emozionanti di A river don't stop to breathe e quelli avvolgenti della obliqua ninnananna Blow your nose) e le voci maschili/femminili si alternano e duettano con sommessa e al contempo angelica grazia.
Molti (non la critica in genere) hanno spesso accusato i Mùm di essere parimenti talentuosi e inguaribilmente noiosi nella riproposizione della loro formula magica. Sing Along To Songs You Don't Know, pur non esente da una certa prolissità congenita al gruppo, è però la prova di un atteggiamento meditato e sensibilmente diverso, che magari scontenterà la critica ma conquisterà qualche nuovo adepto.
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Messaggioda Fran » ven ago 28, 2009 3:23 pm

:ok:

Hullaballabalù
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Messaggioda Fljotavik » mer set 02, 2009 5:55 pm

La recensione di ondarock e l'intervista a Örvar
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Messaggioda breidavik » gio set 03, 2009 4:05 pm

Io ho comprato "Sing Along..." qualche giorno fa e devo dire che mi sta piacendo moltissimo, ma proprio tanto! E sono contento delle recensioni positive che ha avuto (tra gli altri, da Mojo e dal Guardian).

Adoro i mùm, ma talvolta ascoltare un album intero può essere pesante (a mano che uno non lo faccia, che so, mentre fa le pulizie). Questo non accade con Sing Along to Songs you don't know: ho letto qualche commento in giro su internet di appassionati delusi perché, in sostanza, i mum avrebbero abbandonato la loro strada alternativa per diventare un po' più tradizionali: secondo me l'essere diventati più approcciabili (e anche più comunicativi, e meno onirici) mostra che sono capaci di evolvere. Se avessero fatto cinque fotocopie di "Finally we are no-one", forse anche quest'ultimo ne sarebbe uscito svilito, e invece a me loro piacciono proprio perché ogni album ha una storia a sé, e questo non fa eccezione

ciao :)
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Re: Múm

Messaggioda Fljotavik » ven set 04, 2009 5:16 pm

Io devo ancora ascoltarlo, ma credo che sarà il mio prossimo acquisto. Non so se rimarrò deluso o cosa visto che sono molto più legato ai primi Mum quelli di "finally we are no one" appunto. E' giusto comunque che ci sia stata un'evoluzione e questo è stato riconosciuto un pò da tutti, come ho letto dalle varie recensioni in giro nella rete (anche la rivista il mucchio di questo mese ne parla molto bene).
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Re: Múm

Messaggioda Fran » ven set 04, 2009 5:56 pm

ma, ti consiglio di passare per Go go smear... la differenza con finally a summer make good è davvero radicale...
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Re: Múm

Messaggioda sigurlotus » ven set 04, 2009 8:25 pm

come la notte e il giorno :D
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Re: Múm

Messaggioda Fljotavik » sab set 05, 2009 5:08 pm

Ma vale la pena di comprarlo originale? Dario? :cool:
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