ragazzi, posto una recensione che scrissi tempo fa...magrai mi dite che ne pensate
Ágætis Byrjun: 72 minuti di musica? No, questa non è musica ma terra e cielo, fuoco e ghiaccio, archi e chitarre elettriche, piano ed elettronica che si fondono in un’alchimia magica che ti rapisce il cuore togliendoti il respiro. Se anche vedessi questi quattro islandesi di fronte a me, non crederei alla loro presenza; piuttosto scorgerei in loro degli elfi che ci rendono partecipi dell’armonia celeste! E’ inutile ricercare influenze, cercare di ricostruire dettagliatamente queste dieci gemme, ipotizzare un genere di riferimento. Questa è musica moderna e antica, ancestrale ed elettronica, questa è la purezza incontaminata che è ancora possibile ritrovare nella loro terra di ghiacciai e vulcani, laghi e cascate e nel nostro abisso interiore che è il cantato quasi infantile di Jonsi .
Non si può immaginare nulla di così delicato dell’arpeggio della title-track che si confonde col pianoforte, eppure è una delicatezza che ti sfonda il cuore e nelle tue vene il sangue si fa bollente! Il cantato evocativo di Ný Batterí che si dimena tra elettronica e strumenti da camera a metà tra jazz e leggende nordiche, gli squarci elettrici che come lampi cercano di interrompere le ricche partiture orchestrali in Hjartað Hamast, la tempesta ellettrico-sinfonica preceduta dalla purezza del piano in Viðrar Vel Til Loftárása: tutto concorre a rendere quest’opera essenziale e necessaria per ogni essere umano in cerca di emozioni che colorino la propria vita. So già che il cd non uscirà mai dal lettore e se accadrà sarà perchè perchè queste sinfonie così fuori e dentro il tempo, quella voce simile al vagito del feto-alieno della copertina, saranno ormai parte di me perchè mi hanno marchiato per sempre.
Consigliatissimo per orecchie non superficiali e disposte a lasciarsi andare all’incanto e ad ascolti ripetuti a volume non gradito ai vicini.